giovedì 9 febbraio 2023

• Spesa sanitaria tra pubblico e privato

LA VOCE.INFO Milano  - (Paolo Belardinelli, Carlo Stagnaro) - Nelle ultime settimane, l’organizzazione del servizio sanitario nazionale ha suscitato un vasto dibattito pubblico, sia per l’approssimarsi delle elezioni regionali in Lazio e Lombardia (12-13 febbraio), sia per l’approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, dello schema di disegno di legge sull’autonomia differenziata. Monica Montella e Franco Mostacci vi hanno contribuito con un articolo su lavoce.info, in cui mostrano che Lombardia e Lazio destinano una quota rilevante del finanziamento pubblico per il Ssn per acquistare prestazioni offerte da soggetti privati. Tuttavia, argomentano che ciò non necessariamente si traduce in una maggiore efficienza e, per farlo, chiamano in causa i dati sui Lea (livelli essenziali di assistenza).
Innanzitutto, è bene ricordare che stiamo parlando di un settore estremamente regolamentato, in cui le differenze tra soggetti pubblici e privati sono più limitate che in altri casi. Da un lato, i privati hanno benefici altrove inesistenti: conoscono in anticipo e con certezza gran parte dei loro ricavi, grazie al riconoscimento dei budget da parte dell’amministrazione. Dall’altro lato, almeno in principio, a seguito del processo di “aziendalizzazione” del 1992, i soggetti pubblici dovrebbero essere molto simili a aziende e dunque i ricavi da prestazioni (beni e servizi erogati e remunerati in base a Drg e ticket sanitari) dovrebbero coprirne i costi di gestione. Non a caso si parla di aziende ospedaliere... >>>

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